martedì 7 marzo 2017

Mad Max: Fury Road (2015)

Dopo più di trent'anni dalla saga originale, George Miller è tornato. Un lunghissimo lasso di tempo, nel quale me lo immagino intento a fondersi le meningi nel tentativo di ridare vigore e dignità alla sua opera più emblematica e dopo tanti ripensamenti eccoci qua, a recensire l'ultimo capolavoro del maestro dell'azione, Mad Max: Fury Road, film del 2015 diretto, co-sceneggiato e co-prodotto da lui stesso, vincitore di ben 6 Premi Oscar, che sviluppa la nuova avventura di Max e lo fa nel modo più roboante e scoppiettante possibile. Perché subito lo spettatore si trova catapultato in un mondo frenetico, nel quale non è consigliabile abbassare la guardia, tra tempeste di sabbia e attacchi in massa di tribù motorizzate. L'asticella dell'adrenalinometro non si abbassa un attimo per tutto il film, non c'è pausa dall'inizio alla fine i motori rombano, i pugni volano e i cannoni sparano. L'eccesso è la norma nell'immaginario di Miller, basti pensare che le lance, intese come armi, non trafiggono, ma esplodono. Un po' forzata come cosa? No, nemmeno minimamente perché Mad Max: Fury Road (quarto capitolo della saga) è estremo, e l'estremizzazione in questo film ci sta dannatamente bene. Nel tripudio di azione che accompagna la folle corsa del film, un film d'azione con la A maiuscola, i pochi che non saranno colti da infarto, potranno accorgersi che tra una esplosione e l'altra c'è anche una storia che, oltretutto, funziona molto bene. Perché se è vero che da una parte la trama è assente (inutile negarlo), il resto è curato e strutturato in modo coerente e "credibile", a fornire un ritratto caricaturale di un umanità poi non così diversa da quella reale, in fondo una moltitudine di straccioni e affamati, sulla quale poggia una classe elitaria, protetta da un corpo pseudomilitare, e paradossalmente osannata da coloro che dovrebbero odiarla, il tutto tenuto assieme dalla paura dello straniero, dalla fame, dalla sete e soprattutto dalla fede, rappresentata qui da un mix di Valhalla e Immortan Joe come dio supremo e immortale, per i quali vale la pena sacrificare la propria vita (ovviamente in modo spettacolare e non mediocre).
Una trama nel quale ritroviamo un Max Rockatansky (meglio conosciuto come Mad Max) un po' meno belloccio dei precedenti, ma molto più complesso con fantasmi personali a tormentarlo, ma che non scalfiscono il suo inestinguibile impulso vitale, grande plauso al bravissimo Tom Hardy per l'interpretazione straordinariamente espressiva. Lui che si ritrova coinvolto con un gruppo di persone in fuga per lande deserte, gruppo condotto dall'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron, bella anche se sporca di fango, disperata e ostinata nella sua ribellione), compagna del viscido tiranno, che lo tradisce e scappa portandogli via il suo harem di giovani fanciulle, cinque ragazze soavi come ninfee, che oltre essere un bel vedere cozzano in maniera sublime con l'atmosfera maschia del film, ma va benissimo. E così il despota la insegue alla testa di un esercito di folli adepti, una popolazione guerriera, rinominati i figli di guerra, tra cui il figlio di guerra redento Nux, un ottimo Nicholas Hoult, che risulta essere la sorpresa di questo lungo e irto viaggio alla volta della speranza. Ha origine così un conflitto che per le strade lascerà dietro di sé una scia di vittime e pochi sopravvissuti in grado di raccontare quello che è successo. Insomma abbastanza semplice, un punto di partenza, (forse) un punto di arrivo, benzina e follia nel mezzo, ma è tutto quello che serve, perché con Mad Max: Fury Road, George Miller da vita a due ore di follia come non se ne sono mai viste al cinema, dimostrando che, se si pigia a fondo l'acceleratore, si può sfondare ogni regola e passare oltre, verso un cinema migliore. Anche se non ho capito il bisogno dei vari flashback sul passato-presente del reietto Max, visto che non sono nemmeno spiegati e poco utili.
A dare, come dire, un tono al film (e i toni sono quelli degli esplosivi terroristici assalti sonori di Junkie XL che trapanano cuore cranio occhi) invece è un'iconografia sublime e irresistibile, che risiede negli assortiti "abiti di scena", nei dettagli che non ti fai sfuggire (la cintura di castità dentata, i teschi disegnati ovunque, i volanti personalizzati, la museruola di Max, le armi da fuoco), nelle auto e nei mezzi di vario genere, nei "figli della guerra" che pestano su batterie e nel rosso-vestito tizio schizzato (un po' mummia un po' Marilyn Manson un po' fuori come il principe degli strafatti) che imbraccia e suona una chitarra sputafuoco appeso a delle corde sulla parte anteriore di una specie di grosso veicolo-circo (stupendo). Un freak-show popolato di personaggi meravigliosamente folli, di ninfette candide che mai avresti immaginato in luoghi così in mezzo a gente così, interpretate dalle splendide modelle-attrici Rosie Huntington-Whiteley, Zoë Kravitz, Abbey Lee, Riley Keough e Courtney Eaton, di "madri" (la tribù Vuvalini, tra cui una incredibilmente rediviva Megan Gale) che non vedono esattamente di buon occhio gli uomini ma che si rivelano preziose alleate. Ed infine, loro (che coppia magnifica!), Max, ovvero Tom Hardy, perfetto nell'improbo compito di indossare quei mitici indimenticabili panni (anche se spiccica due parole in croce e nemmeno doppiate bene), e l'Imperatrice Furiosa, strappata alla propria terra e ai propri cari e desiderosa di vendetta così come di portare in salvo le innocenti giovani donne. Un incrocio il loro, che parte da un corpo a corpo da manuale per terminare con una strana cobelligeranza che avrà un'evoluzione credibile (ultima inquadratura compresa). Poiché a divorarsi il film e colpire (al cuore, mortalmente) è proprio lei (l'opera stessa ne dà maggior risalto e spessore, giustamente), caratterizzata benissimo da Charlize Theron (davvero molto credibile).
Testa rasata, braccio meccanico, attitudine "imperialmente" incazzata-cazzuta, occhi-mondo liquidi abitati da spettri, ombre e impetuosa carica eversiva, Dea destinata a dominare, come questo Mad Max: Fury Road tra gli action (i "blockbuster" tutti) a venire. Il cast insomma non delude, anche se non è che abbia avuto poi tanto peso, visto che il trucco e i costumi fanno gran parte del lavoro. Infatti è ben utilizzato da Miller ed eccellentemente caratterizzato sia dal punto di vista del carisma sia dal punto di vista esteriore con il trucco e i costumi che vinsero nelle loro rispettive categorie il premio Oscar. Infine si arriva al vero cuore del film, i veicoli, sporchi, luridi, pazzi, rumorosi, arrugginiti, spacconi, fumosi, divinizzati e bellissimi, e niente...ammiriamoli e basta. Miller quindi ci regala una vera e propria perla, che è già un cult (non sono tanti i film d'azione con pareri così unanimi di critica e pubblico in fondo), ma soprattutto che non tradisce la filosofia e le tematiche della vecchia trilogia, cosa che invece fanno quasi tutti i registi che riprendono i loro vecchi lavori, quindi altro punto decisamente a suo favore. La fotografia (con i continui giochi chiaro-scuro, rosso-blu che incantano), le scenografie (maestose e minuziosamente curate), e poi come già detto, i costumi (semplicemente perfetti per lo scopo) e il trucco (inquietante e d'effetto), entrambi semplicemente fantastici e totalmente in sintonia con la follia del regista e usati sapientemente per rendere più veritiero e credibile possibile uno dei mondi più distopici e straordinari mai visti, che mi ha ricordato tanto uno dei miei videogiochi preferiti, Borderlands, ugualmente folle, ugualmente straordinario.
Dal punto di vista tecnico inoltre, questo Mad Max: Fury Road è un gioiello sia dal punto di vista registico con tutte le sequenze di lotta di cui potremmo avere indigestione sia per quanto riguarda i primi piani le sequenze in distanza proporzionata e le parti velocizzate e in primis dell'era digitale, gli effetti speciali sono un qualcosa di straordinario, come ad esempio la tempesta di sabbia vista in lontananza con i veicoli che al confronto sono delle impotenti formiche e all'interno della stessa tempesta dove si scatena l'inferno in terra o ad esempio quelle degli scontri tra la blindocisterna contro i porcospini "delle auto dei predoni muniti di aculei su tutta la carrozzeria". Pellicola insomma che sotto questi aspetti è al di sopra degli ultimi film prodotti, nonostante una sceneggiatura davvero scarna (comunque avvincente e con un colpo di scena finale pazzesco), ma nulla toglie a questo film di essere quello che è, ovvero un film ribelle, furioso e folle come i suoi protagonisti, un film che nel 2016 avrebbe forse meritato il titolo di Miglior Film, ma era difficile battere Il Caso Spotlight, perché è un film eccezionale, soprattutto più 'potente' e importante. In conclusione però George Miller ha comunque sfornato uno dei suoi migliori prodotti di sempre superando il successo avuto con la trilogia passata con Mel Gibson protagonista, un film che vi farà restare attaccati allo schermo per tutta la sua durata, un ritmo elevato come le morti a cui potremmo assistere, un intrattenimento folle come i figli di guerra che si spruzzano vernice cromata in bocca per andare nel famoso Valhalla che alla fine è soltanto una lurida bugia di un sadico uomo che tiene in pugno la Fury Road e il destino di queste ignare pedine, caro George io ti ammiro, con o senza vernice cromata. Voto: 9 [Qui più dettagli]

20 commenti:

  1. Bellissimo con una Theron già culto che avrebbe meritato almeno la nomination.

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    1. L'avrebbe certamente meritato, anche se sicuramente non avrebbe vinto ;)

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  2. Mi è piaciuto un sacco! E questo Max, secondo me, ha un fascino incredibile. Bello bello! :)

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    1. Intendi il protagonista o l'attore? :D
      In ogni caso, sì, è innegabile che ha un certo fascino ;)

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    2. Protagonista, attore e film! :D

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    3. Ah ok :)
      Anche se pure le donzelle, tutte, hanno un loro fascino ;)

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  3. Vero, la trama non c'è: ma chi se ne importa?
    Ci sarà in Wasteland, ossia Mad Max 5, semmai lo faranno.
    Per me un grande e rombante ritorno della saga!^^

    Moz-

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    1. Ma sì per una volta non fa niente, almeno si evitano dialoghi inutili :)
      Non saprei in futuro, ma in ogni caso questo è un ritorno strabiliante, convincente ed entusiasmante ;)

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  4. Visivamente è stupendo, lascia davvero esterrefatti come poche altre visioni.

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    1. Già, lo spettacolo è sempre magnifico, sempre straordinario ;)

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  5. Ho adorato quanto questo film fosse così incredibilmente "forma" senza "sostanza", in senso buono, beninteso. Mi ha tenuto incollato allo schermo per tutte le sue 2 ore. E mi sono divertito come un matto hahaha

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    1. Il divertimento è assicurato sempre, perché nel suo lato action è proprio un gran capolavoro, infatti tiene incollati dall'inizio alla fine, davvero incredibile nonostante tutto ;)

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  6. Uno splendore, sono contenta che sia piaciuto anche a te!
    Quando ero uscita dal cinema non potevo fare altro che andarmene in giro con gli occhi sbrilluccicosi a dire... ammiratelo!! *__*

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    1. Sì, lo aspettavo da tanto, e finalmente ho visto quello che mi aspettavo, un capolavoro action eccezionale ;)
      Dobbiamo tutti ammirare, tutti vedere perché è un film imperdibile :)

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  7. sono andata a vederlo al cinema, con i miei amici.
    loro avevano il ricordo dell'originale, per me la storia era del tutto nuova... e l'ho ADORATO!
    i protagonisti scelti con maestria, e l'incalzare del film pari a pochissime altre pellicole di recente produzione

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    1. Già, ultimamente se ne vedono pochi di film così straordinari, comunque io non è che avessi un ricordo vivido dei precedenti, ma questo capitolo è davvero fantastico ;)

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  8. E' il ritorno del genere action :D (almeno l'action fatto benissimo)
    Mi dispiace che l'ho recuperato solo mesi dopo..

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    1. Già, un ritorno in grande stile, ma anch'io l'ho recuperato troppo tardi, però n'è valsa la pena aspettare ;)

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