venerdì 15 settembre 2017

10 Cloverfield Lane (2016)

Ricordo benissimo Cloverfield, il discreto Monster Movie di Matt Reeves che, nel 2008, inscenò una situazione alla Godzilla raccontandola attraverso la tecnica del POV, una tecnica che al tempo dava bene i suoi frutti, giacché il film è uno dei miei preferiti del genere. Per cui quando ho saputo del sequel, e nonostante fossi già a conoscenza di certi particolari, mi aspettavo un film simile o almeno continuativo, invece no, tutto completamente diverso, dato che 10 Cloverfield Lane, film di fantascienza e thriller psicologico del 2016 diretto da Dan Trachtenberg, non centra nulla con il precedente, ha solo (ma in un altro senso) dei punti di contatto, che però furbescamente usa per fare leva sullo spettatore. Spettatore che sicuramente sarà rimasto spiazzato, per la mancanza di certi elementi, come me. Ma come molti anch'io ne sono rimasto ugualmente impressionato, soprattutto in positivo, poiché è comunque un buon film. Finanziato dagli stessi artefici (tra cui J.J. Abrams, produttore di entrambi), 10 Cloverfield Lane che sembrerebbe infatti riallacciarsi al precedente, sfruttando tutt'altro punto di vista, in quanto intento ad abbandonare il look da found footage ed a privilegiare uno spazio chiuso da thriller claustrofobico anziché strade cittadine invase da una gigantesca creatura, mi è piaciuto parecchio. Giacché seppur certamente appare forzato il riferimento al Cloverfield di Reeves, se non per rivendicare una sorta di franchising, questo thriller claustrofobico, ma con risvolti fantascientifici sempre più evidenti, scritto anche dal premio Oscar Damien Chazelle, così diverso dal precedente, ha davvero il potere di tenere incollati.

Certo, c'è da considerare la quasi totale assenza di originalità, poiché richiama alla memoria modelli precedenti, spingendoci a chiedere quale sia la sua effettiva utilità, ma nonostante ciò, il regista riesce nell'impresa di convincere, creando una ragnatela di dubbi molto efficace e sviluppi in crescendo sempre avvincenti, dove la tensione non manca. Il risultato è infatti un esercizio di stile teso e coinvolgente quanto basta per farsi valere, dato che la sceneggiatura pur scivolando su qualche passaggio improbabile risulta ben ponderata e discretamente riuscita. Dopotutto lo spunto intrigante con cui riesce nell'intento, che era alla base di un bel pezzo di quella serie televisiva, (ideata e condotta da Abrams) Lost e i vari episodi ambientati in un bunker, è davvero interessante. D'altronde il film parte come un horror, anzi come un torture porn, stesse ambientazioni, stessa sensazione di claustrofobia, stessa luce gialla e colori sbiaditi (una ragazza infatti finendo coinvolta in un brutto incidente, si risveglia ore dopo, con una gamba immobilizzata in una stanza spoglia e inquietante, incatenata e imbottita di antidolorifici). Poi il film, diretto con buon piglio dal regista, vira una prima volta e si passa su un altro territorio, quello puro del thriller, facendo decisamente centro. Dato che subito ci si domanda chi sia quello strano (ed ambiguo) personaggio che ha messo in piedi da anni un bunker perfetto, a prova di bomba e di invasione, dove c'è spazio per tutto, i viveri, il riposo, addirittura una tv, dei libri, delle riviste, dei film? Chi è e come fa ad essere così sicuro dell'ipotetica contaminazione che sta prendendo piede in superficie? Egli infatti sostiene di averle salvato la vita, ma sarà vero? Lo scoprirà, ma a suo rischio e pericolo.

Tutto infatti non è come sembra, il regista infatti, giocando per tutta la durata del film sull'ambiguità del personaggio di Howard, interpretato con grande forza e carisma da John Goodman, che terrà coperte le carte fino alle ultime sequenze, adottando il punto di vista (convinto) della ragazza (la bellissima Mary Elizabeth Winstead), dalle motivazioni limpide ai nostri occhi, e alimentando al contempo le zone d'ombra degli altri due personaggi, genera una (fantastica) tensione continua. Una tensione che, grazie ad un classico gioco di situazione in cui verità e menzogna si intrecciano, funziona alla grande, perché anche quando ci sono dei momenti di apparente calma, la tensione può esplodere da un momento all'altro. In poche parole si è sempre sul chi va là e questo grazie proprio alla presenza di un John Goodman, attore di qualità eccelsa che qui dimostra per l'ennesima volta e dopo l'eccezionale Kong: Skull Island la sua bravura, che convince come il film, film che sviluppandosi appunto con un ottimo pathos e con dei momenti di tensione continua, centra l'obbiettivo, dato che 10 Cloverfield Lane, film ben scritto e ben recitato, va che un piacere. E non era facile riuscirci, poiché per un film completamente ambientato in un bunker antiatomico, se non riesci a farlo hai già perso in partenza. Qui per fortuna non succede, perché come detto prima, difficile è capire per parecchio tempo cosa davvero Lui chi sia o cosa nasconda. Solo un paranoico complottista o qualcosa d'altro? Inoltre l'incognita più importante è sempre il cosa ci sia realmente all'esterno. La mancanza di certezze infatti non fa che alimentare l'inquietudine unita alla claustrofobia del bunker.

10 Cloverfield Lane è però anche altro, è un film nel film. Tante infatti le svolte di "genere" di un film multiforme, il thriller classico, l'horror, addirittura alcuni momenti grotteschi, la fantascienza pura, tutto senza mai annoiare. Girato e ambientato appunto per quasi la totalità della narrazione in uno spazio chiuso con appena 3 attori (tutti e tre comunque in gamba, anche se davvero eccezionale è Mary Elizabeth Winstead, bella eroina d'azione già vista nel remake de La cosa, e gran bella gnocca molto ammirata, di cui anche innamorato, in Scott Pilgrim vs. the World), 10 Cloverfield Lane possiede difatti un bel ritmo, giacché gioca bene le proprie poche carte con lo spettatore e non è banale dal punto di vista tecnico. Il tutto insomma riesce alla perfezione anche per merito del regista, degli sceneggiatori ma soprattutto grazie (e non mi stancherò di dirlo) a un fenomenale John Goodman, qui davvero al suo meglio, e che, ansimante, mostruoso (insospettabilmente), enigmatico, paternalistico, crudele, riempie la scena anche fisicamente. Una prova d'attore decisamente maiuscola la sua effettivamente, lui che riesce benissimo a caratterizzare un personaggio ambiguo (veramente ottima la sua espressione facciale e cambi d'umore durante il film), che in ogni azione a causa dei suoi atteggiamenti e modi di agire riesce a caricare di ansia e di attesa ogni scena, con la completa incertezza di ciò che potrebbe accadere subito dopo. In tal senso azzeccata è sia la scelta di affiancargli una bella attrice come Mary Elizabeth Winstead, ma anche (il terzo incomodo) il buono e generoso John Gallagher jr nella parte di Emmett, che per aiutare la bella donzella non esiterà nel momento del bisogno, ha il suo giusto spazio.

Ovviamente il film non è esente da difetti e problemi. Il finale (molto discutibile) è infatti poco incisivo e con qualche leggerezza di troppo, in più la caratterizzazione della protagonista mi è sembrata abbastanza enfatica e a tratti poco credibile. Anche dal punto di vista emozionale (al contrario dell'intrattenimento efficace) fatica un po' a colpire in maniera degna, risultando abbastanza statico e prevedibile, nonostante l'ottima tensione (anche sessuale, giacché Mary Elizabeth è davvero notevole) in scena, per tre quarti della durata. Infine, ma soprattutto il problema è quello di averlo voluto incorporare nel franchise Cloverfield, perché solo togliendo quella forzatura che può esser visto e apprezzato di più (anche se mi sarebbe piaciuto veder proprio il sequel "vero"), dato che se confrontato con l'originale Cloverfield essi perderebbe nettamente, mentre confrontato con altri simili sicuramente vincerebbe. Il film infatti, mantenuto su di un registro di crudele sarcasmo ed agitato da sotterrane tensioni sessuali, avvalendosi appunto di una strana (e funzionale) coppia di attori, che la diversità rende complementari, e grazie un soundtrack di spassoso gusto vintage che sottolinea ironicamente i momenti dell'azione e quelli drammatici in modo ottimo, ma grazie anche all'esordiente Dan Trachtenberg, di cui ho visto comunque lo straordinario cortometraggio Portal: No Escape, l'omaggio al bellissimo videogioco, che mostra cosa sia creare suspense, tensione e ribaltamento dei ruoli in un film di 100 minuti, che la pellicola è certamente vedibile, apprezzabile e personalmente coinvolgente. Una pellicola particolare, buia, ricca di suspense e con attori incredibilmente bravi, che consiglio sicuramente a tutti coloro che cercano qualcosa di diverso dal normale. Ma anche se non fosse e anche se non è quello che tutti si aspettavano, 10 Cloverfield Lane, che in ogni caso è un bel thriller, diretto bene anche se senza tanti guizzi, interpretato ottimamente e dal ritmo sostenuto, è e rimane nel complesso un gran bel film. Un film piacevole che non mi aspettavo potesse coinvolgermi così tanto dall'inizio alla fine, sempre ribadendo che gran parte del merito (oltre a quello della meravigliosa presenza di Lei) va ad un fantastico John Goodman che fa guadagnare qualcosina in più al film. Voto: 7+ [Qui più dettagli]

8 commenti:

  1. La cosa bella è che a me Cloverfield non piacque, cioè... mi sembrava la tipica operazione stronzetta e furba da anni 2000 che si faceva all'epoca (e a quegli anni è infatti rimasto), roba appunto da JJ Abrams e la sua cricca.
    Quindi questo l'ho saltato a piè pari (e sinceramente pensavo fosse anche meno collegato al precedente di quanto non lo sia, -e lo è già poco, stando a quel che dici-.
    Però... oh, Goodman, che adoro. E da come lo descrivi... chissà magari mi piacerà più di Cloverfield.

    Moz-

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    1. Sì probabilmente lo era, ma è stata una delle poche volte in cui la tecnica found footage non procurò fastidi..
      E' completamente diverso, anzi, proprio per la sua diversità e alcuni "incontri" pop sembrerebbe fatto apposta per te, e poi c'è un eccezionale Goodman che devi assolutamente vedere ;)

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  2. Pienamente d'accordo su tutta la linea. Spiazzante all'inizio (io ho ancora negli occhi il Cloverfield originale, che mi piacque), ma poi ben costruito ed interpretato.
    La bella Mary Elizabeth era anche la protagonista di una serie tv spassosissima, Braindead, ingiustamente non rinnovata. Bella e brava, eh.

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    1. Già, ed anche se è tutt'altra cosa rispetto al primo, il film in effetti fa comunque bene il suo gran lavoro d'intrattenimento, anche grazie alla protagonista, lei è infatti davvero tanto brava, ma soprattutto tanto, e tanto, bella :D

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  3. il primo, l'originale, meritava.
    questo l'ho visto a metà ma non l'ho finito, poi mi si è cancellato e l'ho perso... senza troppi drammi per altro ammetto

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    1. Peccato, perché è la seconda parte quella più interessante, se ti capita perciò non perderlo, anche se non ti ha convinto ;)

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  4. film assolutamente claustrofobico, ho avuto un po' di paura durante la visione :D

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    1. Ah sì? beh, in fin dei conti era quello il suo obbiettivo, obbiettivo per questo centrato ;)

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